La posizione seduta non è così naturale come sembra, o per lo meno non è naturale per l’uomo restare seduto tante ore al giorno. Il nostro corpo è fatto e progettato per muoversi! Nella nostra storia ancestrale il corpo serviva per la caccia, mentre la posizione seduta serviva solo per un riposo momentaneo, ma non veniva mantenuta per ore ed ore come facciamo oggi. La posizione seduta è un problema fondamentalmente perché “l’homo erectus” non si è ancora trasformato “nell’homo sedutus”.
Da seduti tendiamo a perdere la posizione naturale della nostra schiena andando ad accentuare o diminuire la forma delle naturali curve presenti nella posizione corretta, questo atteggiamento, prolungato per diverse ore al giorno, in diverse situazioni (lavoro, casa, auto) porta ad uno sbilanciamento muscolare e articolare provocando una maggiore mobilità ed usura di alcune articolazioni rispetto ad altre che si presentano maggiormente rigide. Anche la muscolatura subisce dei cambiamenti, un maggior utilizzo di alcuni muscoli porta nel tempo a renderli rigidi o contratti a discapito di altri non utilizzati che diventeranno lunghi e deboli.
Cos'è la cervicalgia cronica?
La cervicalgia cronica è un disturbo muscolo scheletrico molto frequente e costituisce un’importante fonte di disabilità. È tra i disturbi più diffusi nella società occidentale industrializzata seconda solo alla lombalgia (dolore della zona bassa della schiena). La cervicalgia è caratterizzata da dolore percepito nella zona compresa tra la nuca e le scapole/spalle, presente da più di tre mesi e con limitazione della funzionalità. Il dolore cervicale può inoltre irradiare in diverse direzioni ed essere percepito alla testa e alla fronte, può colpire anche gli occhi provocando un senso di pesantezza, oppure nella parte bassa del collo, della scapola e dell’arto superiore (spalla-braccio-mano). Le cause del dolore possono essere molteplici e comprendono disordini a carico di ossa, articolazioni, muscoli, legamenti. In assenza di traumi o problematiche specifiche non è però possibile individuare con certezza la sorgente del dolore e in questi casi si parla di cervicalgia aspecifica. La presenza di dolore protratto per un lungo periodo (come nel caso cronico) provoca poi tutta una serie di alterazioni nella capacità di controllo del movimento del collo. Alcuni muscoli localizzati negli strati profondi del collo diventano insufficienti e deboli a fronte di altri, come ad esempio i trapezi (muscoli che dalla nuca discendono fino alle spalle), che spesso diventano rigidi e contratti.
Breve vademecum con consigli utili
Il movimento è indispensabile per “produrre” le sostanze nutritive necessarie ai dischi intervertebrali. Perciò occorre evitare di restare seduti per lungo tempo nella stessa posizione se non vogliamo danneggiarli. Specialmente le persone giovani tendono a “stravaccarsi” davanti allo schermo. E spesso lo fanno anche per lungo tempo. Non avendo in genere sofferto di disturbi muscoloscheletrici, fanno fatica a capire che la loro posizione è tutt’altro che salutare.
Una postura rilassata non è di per sé scorretta. A meno che diventi un’abitudine. La cosa migliore da fare è muoversi regolarmente e alternare spesso la posizione seduta/in piedi. Oggi le sedie per l’ufficio permettono di regolare lo schienale in modo da garantire una seduta dinamica e ridurre la pressione sui dischi intervertebrali. È importante regolare la resistenza dello schienale adattandola alla statura e al peso dell’utente. Se la sedia non è dotata di braccioli la si può usare di tanto in tanto per sedersi al contrario, cioè appoggiando il busto contro lo schienale. Questa posizione può essere molto rilassante a condizione che lo schienale non sia troppo largo in basso. Sedersi ogni tanto sul bordo anteriore del sedile fa bene, perché si raddrizza il bacino e quindi si attivano i muscoli addominali e dorsali.
Investire nella propria postazione di lavoro non vuol dire sperperare denaro, bensì investire nella propria salute. L’importante è rivolgersi a persone e negozi specializzati.
Trattamento dei problemi cervicali cronici
Il trattamento della cervicalgia cronica è di tipo multifattoriale, quindi non possiamo darvi una soluzione che vale per tutti, ma ogni caso deve essere valutato individualmente. L’approccio conservativo non medicamentoso – quindi la strada non chirurgica – negli ultimi anni ha fatto enormi passi avanti. Innanzitutto un approccio specialistico è basato su un’attenta e precisa anamnesi, una valutazione fisica e abitudinaria del paziente. È fondamentale incidere su tutti gli aspetti della vita quotidiana del paziente: dall’ergonomia sul posto di lavoro alle attività della vita quotidiana (ergonomia diurna) fino ad arrivare alle posizioni mantenute durante la notte (ergonomia notturna). Un buon piano di riabilitazione deve partire dall’informare il paziente sulla patologia e sulle strategie da adottare (ad esempio sulla corretta postura).
Conclusioni
Dopo anni di esperienze e di sviluppi della medicina e della fisioterapia si può dire che una cervicalgia cronica si può curare con risultati soddisfacenti. Il ruolo del paziente stesso è però fondamentale: se lo stesso non comprende che il grosso del lavoro di gestione dei vari fattori che influenzano le sue problematiche deve svolgerlo proprio lui, non si raggiungerà MAI una situazione di qualità di vita migliore. Capiamo che è bello farsi massaggiare e coccolare, ma se non si esegue un lavoro completo sui vari fattori che influenzano le cause, non si può pretendere di migliorare. Quindi rimbocchiamoci le maniche e ricordiamoci che il percorso che affronteremo “è un’opportunità per usare meglio la testa”.