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Tendinopatia Achillea

Scritto da Mirco Bianchi | 20 giu 2024

La tendinopatia del tendine d'Achille, o tendinopatia achillea, è una condizione di sofferenza che riguarda nello specifico il tendine d'Achille, che è posto nel retro della gamba e ha la funzione di connettere i muscoli del polpaccio al calcagno, osso posteriore del piede.

Il tendine d’Achille è il tendine più spesso e robusto del corpo umano. È lungo circa 15cm, inizia all’incirca a metà del polpaccio e si arrotonda gradualmente fino a circa 4cm sopra il calcagno: da qui si espande per inserirsi sul punto medio della faccia posteriore del calcagno. Origina da fibre provenienti dai muscoli gastrocnemio mediale e laterale e provenienti dal soleo, le quali confluiscono tra loro nella formazione del tendine di Achille.

Ha una funzione biomeccanica molto importante: serve a collegare i muscoli del polpaccio al tallone e sostiene tutta la parte posteriore del piede. È costantemente impiegato nelle normali attività. Non è protetto da muscoli e attraversa due articolazioni (tibio-tarsica e sotto-astragalica), fondamentali per la deambulazione, la corsa e il salto e questo lo espone a grandi sollecitazioni e a forti carichi che possono portare ad uno stato infiammatorio doloroso. Il tendine di Achille è molto resistente ma può essere soggetto a patologie e infortuni.

La tendinopatia Achillea è un disturbo muscoloscheletrico comune. Questa patologia colpisce atleti, corridori, saltatori ma anche persone comuni soprattutto tra i 30 e i 55 anni che non praticano sport. L'incidenza annuale della tendinopatia arriva fino al 9% tra i corridori e fino al 30% nelle persone che non svolgono attività fisica.

I fattori di rischio sono molteplici e possono essere intrinseci o estrinseci. I fattori di rischio intrinseci includono il sesso, l’età avanzata e l’indice di massa corporea. Potrebbero essere correlati a fattori ereditari o a una predisposizione genetica e a malattie endocrine, metaboliche e reumatologiche come il diabete mellito, l’emocromatosi, l’amiloidosi o l’artrite reumatoide.

Nei fattori di rischio estrinseci si trova principalmente il sovraccarico funzionale in cui stress elevati potrebbero portare ad una forza cumulativa troppo intensa sul tendine da:

-"immagazzinamento di energia" (sprint/salti)

-compressione (corsa in collina/montagna)

-frizione (grandi volumi di movimenti ripetuti della caviglia)

altri fattori estrinseci che potrebbero alterare il decorso e la prognosi della malattia sono l'uso di farmaci come glucocorticoidi, statine e alcuni antibiotici come i fluorochinoloni e gli inibitori dell'aromatasi

Tutti questi fattori dovrebbero essere considerati durante la comparsa del dolore o nella presentazione subclinica per raggiungere la diagnosi corretta.

La tendinopatia è generalmente definita dalla presenza della seguente triade: dolore, gonfiore del tendine e impotenza funzionale. 

Nella fase iniziale, il dolore compare durante e al termine dell'attività sportiva, per poi diventare permanente nella routine quotidiana. La tendinopatia Achillea può interessare la porzione inserzionale, quella centrale o il paratenon (una sorta di guaina del tendine stesso) e sono trattate in maniera differente 

Da recenti revisioni della letteratura scientifica tra tutti i trattamenti conservativi per la tendinopatia di Achille (che fino ad oggi sono: esercizi con carico isometrico o isotonico, terapie farmacologiche, manipolazione della pressione, terapia Astym, iniezioni con GCS/HA/PRP ed ESWT) l'esercizio terapeutico risulta essere il miglior trattamento erogabile.

In particolare, l’allenamento con esercizi di carico eccentrico è il miglior trattamento per la tendinopatia della parte media del tendine di Achille ed è considerato il gold standard per questo disturbo. Il trattamento non dovrebbe essere inferiore alle 12 settimane. 

Ecco come viene impostato un programma per gestire al meglio questo disturbo all'interno della nostra struttura riabilitativa: 

 

FASE 1 Riduzione del dolore

-educazione comportamentale. 

Anche se il riposo completo è controindicato è importante identificare il carico di volume che fa sorgere il dolore e diminuire le sessioni di allenamento nell'atleta o i gesti che provocano sovraccarico nella persona comune 

-Isometric exercise:

Riducono il dolore sul tendine inquanto aumentano l'inibizione corticale e possono essere utilizzati prima delle attività ad alto impatto tendineo. 

-heel lift.

nella tendinopatia inserzionale può essere utile l'applicazione di un rialzo sotto il tallone.

 (rimozione della compressione)

 

FASE 2 Rinforzo muscolare

Gli esercizi isotonici migliorano la forza muscolare e la "stifness" tendinea. Utili come trattamento nelle tendinopatie e come prevenzione delle recidive.

-esercizio eccentrico

Consigliato nelle fasi iniziali della riabilitazione in particolare per la tendinopatia "midportion”

-esercizi isotonici (concentrici ed eccentrici)

Dovrebbero essere inizialmente eseguiti lentamente per poi essere gradualmente aumentati in velocità e carico

 

FASE 3 Ritorno allo Sport

-esercizi sport specifici.

Se il tendine tollera bene i carichi a grandi velocità si può iniziare ad allenare il gesto funzionale sport specifico e l'esercizio pliometrico.

Compito del fisioterapista è dosare al meglio la quantità di esercizio in ogni fase tenendo presente che un programma per una buona riabilitazione a livello del tendine di achille dovrebbe durare almeno 12 settimane.

 

Sarah Scarin (Fisioterapista)