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Gonartrosi o artrosi del ginocchio

Scritto da Mirco Bianchi | 27 ago 2024

La gonartrosi è la patologia articolare più diffusa al mondo.

Colpisce il 40% degli over 70 e si caratterizza dallo sviluppo di dolore al ginocchio soprattutto nei primi passi che peggiora con l’aumento dell’attività, dalla sensazione di rigidità e dalla diminuzione della funzionalità dovuti ad un’alterazione della cartilagine articolare.

Questa si caratterizza da una diminuzione di proteoglicani, dalla formazione di tessuto collagene disorganizzato e da aumento della quantità di acqua intrarticolare, con la conseguente erosione della superfice articolare e possibile gonfiore.

La gonartrosi è una condizione progressiva, con i sintomi che possono peggiorare con il tempo se non viene gestita nel modo corretto, portando ad una diminuzione delle attività della vita quotidiana e a crescente disabilità.

La probabilità di sviluppare questo problema colpisce allo stesso modo uomini e donne, aumenta con l’età e i fattori di rischio per il suo sviluppo sono in parte non modificabili (età, genetica) e in parte modificabili (traumi, occupazione lavorativa, consumo di alcool, fumo, sovrappeso, variazioni del carico sul ginocchio).

Il primo intervento per l’osteoartrite di ginocchio è quello conservativo attraverso la fisioterapia, che va a lavorare proprio sul cambiamento di questi fattori modificabili, cercando di individuare quale tra questi sia il principale responsabile dello sviluppo della problematica, educando il paziente alla gestione del problema e ricondizionando l’articolazione per permettere un carico sempre maggiore.

Il ripristino della cartilagine articolare è lento e deve essere sempre gestito in modo specifico, per cui è molto importante intervenire nelle prime fasi dello sviluppo della patologia e affidarsi a degli specialisti.

È bene considerare che l’osteoartrite è una patologia multifattoriale, che necessita di una valutazione globale della persona affetta da parte del terapista.

Il team incaricato alla gestione della problematica capisce quindi, in accordo con il paziente e i suoi sintomi, quali siano i migliori esercizi da proporre per gestire la gonartrosi, li propone, corregge eventuali compensi dovuti al dolore e segue la persona nella progressione del carico per migliorare la funzione e la qualità della vita quotidiana. Il trattamento conservativo può comprendere anche l’utilizzo di farmaci antinfiammatori, per l’utilizzo dei quali è consigliabile avere un consulto medico.

In certi casi il solo trattamento conservativo non è in grado di contrastare l’avanzamento della patologia e in quei casi possono essere utilizzate infiltrazioni di corticosteroidi o di acido ialuronico per gestire l’infiammazione e i sintomi.

Solo laddove i sintomi perdurano nel tempo e continuano a peggiorare nonostante l’intervento conservativo è plausibile pensare ad un intervento chirurgico del distretto interessato.

Come spunto finale di riflessione ci piacerebbe sottolineare il fatto che secondo la ricerca scientifica la gonartrosi può svilupparsi anche per una drastica riduzione del carico dato al ginocchio.

Le nostre articolazioni, infatti, si “nutrono” grazie al movimento del liquido sinoviale durante le attività.

Una riduzione eccessiva del carico articolare può sfociare quindi in una sofferenza della cartilagine articolare, che si ritrova senza nutrienti per affrontare eventuali richieste successive e sviluppa così problematiche come sopra descritte.

Questo punto è molto importante per capire la gestione della problematica in quanto a tutti ci capita di pensare “mi fa male quindi non lo faccio”, pensiero che può risultare corretto in certe fasi di alcune patologie, ma non per la gonartrosi.

La cosa migliore da fare in questi casi è infatti capire la capacità e la quantità di carico che la nostra articolazione può supportare in un determinato momento e dosare l’intervento di conseguenza.

Molto spesso attività come la corsa sono indicate come cause dello sviluppo della gonartrosi, quando al contrario la letteratura scientifica ci indica tale attività come una possibile protezione dal suo sviluppo.

Quindi ricorda, non sottovalutare i tuoi dolori, affidati alla valutazione di uno specialista per capirne la causa e soprattutto KEEP MOVING.

 

Federico Olivari (Fisioterapista)