Rispetto alle passeggiate in pianura di tutti i giorni, nelle escursioni di montagna entrano in gioco numerose variabili, rappresentate da salite, discese, altitudine e asperità del terreno che può essere molto mutevole e diverso ad ogni passo.
Muscoli umani artificiali ricreati in laboratorio
Utilizzando un piccolo campione di cellule umane generate da cellule staminali, un team di scienziati della Duke University (USA) sono riusciti a far crescere delle fibre muscolari perfettamente allineate e rispondenti a stimoli biochimici, proprio come un muscolo vero. Questa scoperta è incredibile per quanto riguarda la medicina, in quanto permetterebbe ai medici di testare farmaci senza dover ricorrere a materiale umano.
Rimanendo con i piedi per terra e guardando con interesse al futuro, per quanto ci riguarda è comunque importante cercare di prevenire - per quanto fattibile - invece che curare. Nel nostro lavoro siamo confrontati spesso con problematiche e traumi muscolari, legamentari o articolari. E sempre più spesso vediamo che molte persone desiderano eseguire uno sforzo troppo grande per il proprio corpo, senza essere preparati fisicamente. È per questo motivo che un nostro primo consiglio, forse il più importante, è rivolto ai medici, soprattutto ai medici di famiglia: bisognerebbe tornare a prescrivere più frequentemente movimento fisico e passeggiate nella natura, al posto della via più comoda delle medicine. È chiaro che uno non sostituisce l’altro, ma la figura del dottore viene spesso sottovalutata dai medici stessi, i quali non comprendono come i loro consigli vengono recepiti in modo categorico dai pazienti.
Nel mondo sedentario nel quale viviamo anche una passeggiata in montagna va però preparata.
Ecco alcuni consigli, i quali – oltre al buon senso – potrebbero aiutare a godersi maggiormente l’escursione:
Difficoltà
Rispetto alle passeggiate in pianura di tutti i giorni, nelle escursioni di montagna entrano in gioco numerose variabili, rappresentate da salite, discese, altitudine e asperità del terreno che può essere molto mutevole e diverso ad ogni passo. La preparazione per affrontare percorsi montuosi deve quindi essere ottimale e tenere in considerazione i vari aspetti e le sollecitazioni fisiche, soprattutto agli arti inferiori ed alla colonna vertebrale, che potrebbero intervenire lungo il percorso.
Preparazione fisica
Per cominciare a camminare in montagna il nostro consiglio è di iniziare gradualmente sia per quanto riguarda il dislivello che per quanto riguarda lo sviluppo e la lunghezza delle camminate in modo da dare tempo al corpo di adattarsi al nuovo tipo di sforzo. Durante la camminata tenere sempre sotto controllo la respirazione e adeguare il passo al tipo di terreno che si incontra. Chi affronta le sue prime uscite il consiglio è quello di usare gli appositi bastoncini da trekking. Tenere alta l’attenzione su cosa si sta facendo, perché, soprattutto in discesa, se si è stanchi è facile appoggiare male i piedi e rischiare slogature alle caviglie e pericolose perdite di equilibrio.
Nello scegliere un’escursione ci dobbiamo innanzitutto chiedere qual è la nostra preparazione fisica per il trekking e qual è il grado di complessità del percorso che andremo a fare.
Di solito gli itinerari di trekking segnalano le difficoltà presenti nel percorso: inoltre, la scala delle difficoltà escursionistiche consente di valutare quale preparazione fisica per il trekking è necessaria. È importante quindi analizzare bene alcuni dati per farsi un’idea dell’itinerario e di quale preparazione fisica serva per il trekking:
Occhio alla postura
Testa eretta e schiena dritta, per mantenere fermo il bacino e non affaticare i muscoli di collo e schiena. E appoggiare prima il tallone e poi l’avampiede: questo permette di ammortizzare meglio il passo, le ginocchia non ne risentono e si ha più aderenza nel caso di scivolate o cedimenti del terreno. Una postura scorretta mette maggiormente sotto pressione la colonna vertebrale, le anche e le ginocchio. Ne conseguono tanti piccoli fastidi che – a lungo andare – potrebbero rivelarsi problematici. La postura, il controllo della stessa e una buona muscolatura rimane tema centrale per qualsiasi attività sportiva.
Scarpe
I percorsi alle nostre latitudini sono di tipo misto: alcuni tratti su sentiero, alcuni su strada, salite e discese. Considerando inoltre che la maggior parte delle escursioni vengono fatte nella stagione calda, si consiglia un modello di scarpe da trekking (escursionismo). In ogni caso devono poter garantire una buona ammortizzazione e protezione in punta. Considerare sempre un numero in più del normale, poiché quando fa caldo i piedi tendono a gonfiarsi durante il cammino e poi si avrà spazio in punta in discesa. Le scarpe da trekking sostengono la caviglia per proteggerla dalle torsioni, ma non ne limita il movimento.
Stringere bene lo zaino
Deve essere ben aderente alla schiena, altrimenti oscillando potrebbe compromettere l’equilibrio. E soprattutto fare in modo che il suo peso appoggi sui fianchi, appena sopra il bacino: in questo modo si farà sicuramente meno fatica e la pressione sulle articolazioni sarà ripartita in modo migliore. I consigli di un esperto su come adattare il proprio zaino possono rivelarsi in questo caso molto utili.
Niente cotone
Soprattutto per le calze: il cotone attira e trattiene il sudore. Calze umide sono l’anticamera di piaghe e vesciche. Le calze devono essere di materiale tecnico, rinforzate in punta e sul tallone per aiutare la tenuta dei passi.
Vestiti a strati
In montagna il clima può cambiare repentinamente e tra i 1’000 e i 3'000 metri s/l/m possono esserci anche 15°C di differenza. Si può partire con una t-shirt, ma bisogna prevedere almeno altri 2 strati, compresa una giacca traspirante e impermeabile. E ancora una volta: al bando il cotone!
Coprire la testa
Anche se non sembra, in montagna si è esposti ai raggi diretti del sole, con il rischio di improvvisi colpi di calore. Portare con se un cappello traspirante e ventilato: la maggior parte del sudore infatti traspira dalla testa.
Partire sempre con una scorta d’acqua
Un’escursione in montagna espone il corpo al rischio disidratazione e non è il caso di fare affidamento sui ruscelli: per 3 ore di camminata portare con se almeno 1 litro e mezzo di acqua e ½ litro in più per ogni ulteriore ora di cammino.
Portare del cibo
Camminare in montagna è faticoso e l’attacco di fame potrebbe svuotare le energie. Non servono necessariamente le barrette energetiche, soprattutto se non si è abituati a mangiarle. Basta della frutta come mele e banane, dei carboidrati come il pane semplice e qualche proteina, come affettati o formaggi. Anche il cioccolato è una buona fonte di energia ed è pratico da mangiare.
Consigli pratici per l'allenamento
Conclusione
Camminare in montagna ha molti vantaggi, molti dei quali dovrebbero essere sfruttati maggiormente, ma con attenzione. Schiena, anche e ginocchia sono sottoposte a sollecitazioni importanti. È quindi fondamentale preparare il proprio corpo con largo anticipo.
Molti traumi potrebbero essere così evitati.